martedì 11 maggio 2021

Sentiero "Le borgate in pietra"



Continuando la collaborazione con la Pro loco del paese eccomi a presentare l'ultimo nato, un bel anello di 8 chilometri, per lo più su strade sterrate immerse in boschi di castani, che ci fa conoscere due caratteristici borghi di Monasterolo Casotto. Si parte dalla piazza di Borgata Soprana: qui troverete anche il negozio del paese dove consumare una buona colazione e farvi fare dei panini (MR Minimarket & Ritrovo).
Procedendo sulla strada asfaltata in direzione del Santuario di San Colombano, dopo quasi un chilometro troverete un bivio sulla vostra destra (la strada si fa sterrata) e voi seguirete le indicazioni Ciasra: una bella camminata in mezzo ai boschi di castani vi porterà a questo primo borgo, dove troverete anche una fontana per dissetarvi e fare rifornimento d'acqua.


Ho avuto modo di leggere su un social un commento ad una foto fatta lungo il percorso che credo possa essere un ottimo biglietto da visita: " la Ciasra e tutto il panorama che la circonda è da esplorare. Pieno di colori, profumi e bellezze che altrove non trovi...il silenzio del posto, rotto solo dal canto degli uccelli o dal rumore dei caprioli che corrono nei boschi...per chi ama la natura è un posto magico...".
Proseguendo sulla strada asfaltata sciendete a valle fino al Rio Castorello e, svoltando a destra, seguite le indicazioni per raggiungere i Garassini, un altro bel borgo di case immerso letteralmente nel verde.


Proprio in questa borgata avvenne un tragico fatto durante la seconda guerra mondiale, ricordato in un libro sulla storia partigiana della Valcasotto: " A mezza costa una mulattiera proveniente dalla direzione di Val Casotto scende alla valle Garassini. Da questa mulattiera, dopo aver camminato tutta la notte e il giorno...scendevano i sei patrioti, ignari che la morte li guatava. Dal cascinale del Rosso alcuni tedeschi osservavano con il binocolo...visibilità perfetta, gli alberi senza foglie, il terreno ancora coperto di neve...e verso le 19 una raffica di mitragliatrice stroncava la nobile esistenza a cinque di essi...". Il resto mi è stato raccontato da Giovanni, un anziano del paese: "...i cinque che furono fucilati rimasero lì tutta la notte, poi al mattino il parroco del paese, Don Zucco, aiutato da due paesani, li caricò su un carro e, dopo una benedizione, li portò al cimitero e furono sepolti in una fossa comune".
Proseguendo la strada ci si immerge nuovamente nei boschi e troverete già le indicazioni per la Big bench, raggiunta la quale potrete riposarvi e godere di una vista splendida prima di ritornare al punto di partenza e arrivo.

N.B.: arrivati al pilone votivo prima del Santuario di San Colombano, avete la possibilità di continuare per la panchina gigante oppure di seguire un altro sentiero che vi porterà sino alla Cappella alpina di Santo Stefano. Le varie tracce dei sentieri le potrete scaricare direttamente da Wikiloc .


 

sabato 23 gennaio 2021

La garessina


La garessina, tipica anche nel Comune di Monasterolo Casotto, dopo essere stata raccolta e fatta seccare nei tipici scau (seccatoi), diventa una castagna bianca eccellente, considerata la miglior castagna secca in assoluto. Ricordo bene il periodo della raccolta, quando mio nonno faceva la spasà (come nella foto), si bruciavano foglie e ricci e a fine giornata si scaricavano i sacchi di castagne raccolte sulla rete del seccatoio; prima di andare a letto si andava a preparare il fuoco nel seccatoio che stava acceso tutta la notte e, se non facevi attenzione, il caldo e il fumo ti facevano addormentare.
la castagna garessina comprende diverse varietà e, per quanto riguarda quelle presenti a Monaasterolo, ho chiesto aiuto a mio cugino Mauro per essere un po' più esaustivo (alcuni nomi sono in piemontese, non sono un tecnico...non me ne vogliate):
  • Gabbiana: belle castagne che rimangono un po' nei ricci, sono ottime per far seccare e sono le più diffuse
  • Ciapastra: di pezzatura grossa, normalmente usate per il consumo fresco
  • Frattona: bella castagna che esce facilmente dai ricci
  • Raven-na: poco diffusa ma molto produttiva
  • Sarvaiat: di pezzatura piccola, vanno bene per l'essicazione
  • Sarvai di buia: pianta quasi estinta in paese, faceva delle castagne enormi ottime per i mondaj (le caldarroste).
Naturalmente le piante selvatiche non sono innestate, quindi tutte diverse fra di loro e con frutti di pezzature diverse o, addirittura, non produttive.
Per secoli le castagne hanno rappresentato la principale fonte alimentare delle popolazioni montane in autunno e inverno, per questo sono anche dette "pane dei poveri". Già in un precedente post avevo presentato una minestra che mia nonna era solita fare (riso castagne e latte), mentre oggi vi voglio proporre un dolce (fatto per la notte di San Silvestro) e dei ravioli con un particolare ripieno (mangiati per Natale).


                                                                                                                                                                                                            MONTE BIANCO: 250 gr di catagne bianche secche, 200 gr di panna da montare, 200 gr di zucchero, 2 cucchiai di cacao e un bicchierino di rhum. Lessare le castagne e schiacciarle, unire metà dello zucchero, il rhum, il cacao e mescolare bene. Ripassare il composto in uno schiacciapatate con buchi grossi e farlo cadere su di un piatto di portata dandogli una forma conica, a montagna. Montare la panna con il rimanente zucchero e ricoprire le castagne  


Per quanto riguarda invece i ravioli, la ricetta nasce quasi per caso. Mia nonna mi raccontava che, quando era giovane, in paese c'era una famiglia molto povera: durante le feste i figli chiedevano alla madre perchè in casa non cucinasse mai i ravioli. Allora una volta questa mamma, per far contenti i propri figlioli, fece i ravioli mettendoci dentro una castagna come ripieno... Da qui nacque l'idea in casa nostra, più di trent'anni fa, di fare questi ravioli, naturalmente con un ripieno un po' rivisitato. Ripieno dei ravioli: 250 gr di catagne bianche secche (da far lessare), 250 gr di ricotta fresca, 100 gr di parmigiano grattuggiato, noce moscata qb e un uovo. A me piacciono tanto condite facendo rosolare della pancetta (o lardo) a dadini, uvetta sultanina e sfumato con vino marsala.